La Terapia Forestale nasce:
- dalla necessità di contrastare in modo sempre più efficace l’aumento delle malattie non trasmissibili (Noncommunicable Diseases – NCD)
- dalle recenti scoperte nelle scienze biomediche sui benefici per la salute umana ottenibili attraverso la fruizione di foreste poco esposte ai venti dominanti con le essenze “giuste” e con altre caratteristiche di qualità
- da recenti studi in ambito economico sul minore ricorso ai servizi sanitari per un certo periodo di tempo dopo la fruizione del patrimonio forestale
- dalla possibilità di ridurre i costi per il sistema sanitario, valorizzare il patrimonio forestale e migliorarne la manutenzione attraverso la Terapia Forestale, le “immersioni forestali” e le attività ricreative forestali.
Ma andiamo per ordine.
NCD
Gli NCD (patologie cardiovascolari, metaboliche, oncologiche, dell’apparato respiratorio e altre), sono state causa del 60,1%, del 69,9% e del 70,1% dei decessi su scala globale rispettivamente nel 2000, nel 2015 e nel 2017, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Banca Mondiale (2018). L’incidenza delle malattie non trasmissibili sui decessi da NCD è diversa da patologia a patologia: patologie cardiovascolari incidono per il 48%, quelle oncologiche del 21%, dell’apparato respiratorio 12%, metaboliche 3,5% e altre (World Health Organization, 2011). Malgrado gli enormi progressi delle scienze biomediche, il numero dei casi di decesso da NCD è previsto in ulteriore aumento da qui al 2025 “se non si cambia rotta” (Organizzazione Mondiale della Sanità, 2014).
Patologie non trasmissibili considerate dalle iniziative in corso: asma
Le iniziative in corso si concentrano sulle malattie dell’apparato respiratorio, quali l’asma, la quale ha un incidenza solo apparentemente bassa, ma accompagna tutta la vita delle persone e ha dei costi sociali ed economici tra i più elevati nell’ambito delle NCD. Questa è “una malattia non trasmissibile, dell’apparato respiratorio che si manifesta nella difficoltà di respirazione” (Organizzazione Mondiale della Sanità, 2011). Una delle caratteristiche peculiari dell’asma è che questa spesso si associa ad allergie e ad altre patologie.
Costi sociali dell’asma (cenni)
Secondo uno studio recente (Domínguez-Ortega et al. 2015):
- Nel mondo: più di 300 milioni di persone (il 7-10% della popolazione) soffrono di asma e si stima che ulteriori 100 milioni di nuove diagnosi potrebbero aggiungersi entro il 2025.
- Solo negli Stati Uniti, oltre 25 milioni di persone soffrono d’asma e il 5% di questi corrisponde ad asma grave non controllato da trattamento farmacologico.
- Per quanto riguarda l’Asia, soffrono d’asma in Cina lo 0,7-3,8% della popolazione, contro il 3,5% in India, il 3,6-5,8% in Corea, fino al 6% in Iran e quasi il 12% negli Emirati Arabi Uniti.
- in Europa Le persone sofferenti d’asma si stimano in circa 30 milioni.
- In Italia soffre d’asma circa il 6% della popolazione, contro il 4,9% della Spagna, il 7,7% della Svezia, il 15,2% della Germania e ben il 18% del Regno Unito.
Sulla base di questo dato medio nazionale, nel 2017, soffrivano di asma in Italia oltre 3.635.000 persone e nella Regione Friuli-Venezia Giulia (1.216.853 abitanti al 31 dicembre 2017, fonte; ISTAT) circa 73.000 persone.
Costi economici dell’asma
Studi scientifici (Javier Domínguez-Ortega, 2015) stimano i costi economici TOTALI (DIRETTI + INDIRETTI) dell’asma in circa 19.000.000.000 (19 miliardi) di €/anno. In Italia, Nunes et al. (2017) approfondiscono questi dati e stimano i costi totali per paziente asmatico oscillanti tra i 1.500 €/anno e i 2.000 €/anno. Uno studio autorevole precedente (Dal Negro et al, 2007; Social Impact of Respiratory Integrated Outcomes) stimava il costo totale annuo di un paziente asmatico oscillante da 1.416 €/anno a 2.227 €/anno, non troppo distante dai precedenti.
Assunto come valore di calcolo il valore minore (1.416 €/anno per paziente) e sulla base dei 73.000 pazienti residenti in Friuli Venezia Giulia, il costo totale dell’asma in Friuli venezia Giulia totalizza circa 103.000.000 di Euro/anno.
Si tratta di un dato medio che attende di essere verificato attraverso una ricerca ancora più puntuale ma che ci aiuta a riflettere sull’ordine di grandezza degli importi e sull’urgenza di contenerne l’aumento.
La cosa più importante è che:
- questo costo può essere ridotto
- questa riduzione può essere ottenuta attraverso la fruizione attiva dell’ambiente montano
come indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel giugno 2018 attraverso il varo del programma: “More Active People for a Healthier World 2018-20130. Link: http://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/272722/9789241514187-eng.pdf) e come indicato dalle evidenze scientifiche prodotte nell’ambito della Terapia Forestale nel paese in cui questa è nata: il Giappone.
Questi sono i principali motivi alla base dell’iniziativa Forest Therapy Italy e della sua piattaforma.
Se desideri collaborare (ne saremo più che felici) ci puoi scrivere all’indirizzo: maurizio.droli@uniud.it
Buona navigazione!
Riferimenti:
- Dal Negro, R.W., Micheletto, C., Tosatto, R., Dionisi, M., Turco, P. and Donner, C.F., 2007. Costs of asthma in Italy: results of the SIRIO (Social Impact of Respiratory Integrated Outcomes) study. Respiratory medicine, 101(12), pp.2511-2519.
- Javier Domínguez-Ortega, Elsa Phillips-Anglés, Pilar Barranco & Santiago Quirce (2015) Cost-effectiveness of asthma therapy: a comprehensive review, Journal of Asthma, 52:6, 529-537, DOI: 10.3109/02770903.2014.999283
- Nunes, C., Pereira, A.M. and Morais-Almeida, M., 2017. Asthma costs and social impact. Asthma research and practice, 3(1), p.1.